“ …she’s walking through the clouds, with a circus smile running wild, butterflies and zebras and moonbeams… ” forse questa potrebbe essere l’ispirazione da cui partire per un primo viaggio nel labirinto di Luisa. Una tecnica fatta di raschietti e spatole piegati alle volubilità dei pigmenti, sabbia e sale, materia e trasparenze. La pittura di Luisa, classe XX secolo, allieva dell’astrattista americana Marianne Mitchell, è questa: attingendo a ricordi urbani (“Security Exit”) o a vagheggiamenti d’Africa ( “ Jungle Taboo”), riduce le immagini a una tessitura deforme di geometrie e velature, volumi irruviditi e finestre ora oscurate ora abbaglianti. Bisogna avvicinarsi alle tele per comprenderne la stratificata complessità; allontanarsene per percepire il misto di armonia, paura e rumore di un mondo restituito agli occhi attraverso il filtro mesmerizzante dei sogni. It’s alright, riding with the wind.